Roma – Casa Museo Hendrik Christian Andersen, un luogo in cui l’arte parla all’anima

In una delle mie consuete passeggiate domenicali in giro per Roma alla ricerca di nuovi luoghi da visitare, ho scoperto un prezioso gioiello dell’architettura stile liberty. Si tratta della casa museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen, vissuto a Roma dalla fine del XIX secolo fino alla morte.

Giunti in via Pasquale Stanislao Mancini, 20, sul portone d’ingresso si nota la scritta Villa Helene, una dedica dello scultore alla propria madre. L’elegante Palazzina fu realizzata su richiesta dello stesso artista, tra il 1922 e il 1925.

Varcata la porta d’ingresso si ha da subito l’impressione di trovarsi in un luogo unico.

La visita inizia al piano superiore, qui l’elegante e luminoso salone accoglie gli ospiti che vengono catturati immediatamente dai dipinti delicati ed eterei, dedicati ai membri della sua famiglia al quale era particolarmente legato. Un luogo intimo e avvolgente in cui si respira gioia e amore, per la madre, i fratelli e per la cognata con la quale condivideva desideri e aspirazioni.

Nato in una famiglia modesta a Bergen, in Norvegia, emigra prima in America e poi in Europa. L’amore per l’arte e la scultura, lo portano in Italia, prima a Napoli e poi nella tanto desiderata Roma in cui decise di costruire la propria dimora.

Un’artista eclettico e sensibile, che sognava in grande e che dedicò la sua vita alla realizzazione di un progetto utopistico. Sognava infatti di creare proprio a Roma un Centro mondiale di comunicazione, una città ideale destinata ad essere la sede internazionale di un laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione e della cultura fisica. Un luogo unico in cui stimolare la cultura e le scambio di idee in tutti i campi. Il fine ultimo era quello di creare uno spazio condiviso, in grado di generare idee, che consentissero una convivenza pacifica tra tutti gli uomini. Un sogno che stava per essere realizzato, ma che si spense con l’inizio della guerra.

Proseguendo la visita, al piano terra adibito ad Atelier, si viene catturati da subito dalle sinuose e imponenti sculture, ispirate all’arte greco-romana e che erano destinate a far parte del progetto ambizioso. La maggior parte delle sculture, infatti sono prove in gesso, altre invece sono fuse in bronzo. Sculture meravigliose che manifestano potenti la forza della vita, l’amore, la tenerezza, la forza e la gioia. Figure eleganti dalle quali si viene irrimediabilmente rapiti per la straordinaria espressività.

Un luogo suggestivo ricco di fascino e poesia in cui si respira aria di bellezza pura. Un luogo che comunica tutta l’anima dell’artista e che lascia senza fiato.

Livia Maione

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